Come nasce l'idea di questo libro?

Come "curiamo" i segni di una vita?

Si può pensare alla vita come fosse un ampio e prestigioso parquet, che impreziosisce il grande soggiorno di una casa, quotidianamente vissuto ed utilizzato.
Qualche escoriazione resta nella memoria (e nei listelli) ma cresciamo e maturiamo.
Dopo molti anni il nostro parquet è rovinato dai segni e dai ricordi di una vita più o meno intensa; "cicatrici che sono la mappa delle nostre esperienze. Quando il pessimismo prevale, vediamo il parquet troppo rovinato, risaltano solo i graffi che riconducono ad episodi spiacevoli.
A quel punto, sarebbe scelta saggia e razionale far lamare il nostro parquet, laccarlo, lucidarlo per riportarlo all'antico splendore, cosi da goderselo nuovamente.
Trovare nuovi stimoli, avere più cura di sé, buon cibo, sport, amici ma, sopratutto, provare a reinventare gli anni futuri, curiosi e certi che saranno nuovi e tutti da vivere.
Ma come fare? Come "levigare" l'esistenza e predisporsi positivamente al tempo che verrà?
Ciascuno dovrebbe ricercare dentro di sé il giusto modo per rivitalizzare il suo parquet; sondare nei propri desideri e nelle proprie passioni, per poi prendersi 10 o 15 giorni di vita per realizzare un'impresa, ancora meglio se considerata un pò folle ... come questa!

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... continuano a dire....

Da OMBRETTA: Ieri ho terminato la lettura del libro, va spedito, tutto di un fiato, è divertente e piacevole, con diversi spunti di riflessione e conversazione, condivido pienamente con te la filosofia del consumismo compulsivo, anche se non sempre è applicabile. Sono una convinta sostenitrice della teoria di manipolazione di massa che a lungo andare finisce per farci credere di essere inadeguati se non vengono seguiti determinati dettami, in realtà sono invece molti a pensarla come noi, ma avendo perso la capacità di comunicare, di condividere opinioni, si tende a credere ormai solo nella rappresentazione e diffidare del mondo reale. Tornando alla tua opera prima, anche per me è stato un tornare indietro nel tempo, ad un viaggio fatto in V° liceo con Paola ed altri amici destinazione Playa de Aro passando per Montpellier, certamente le sensazioni non saranno state le st...esse perchè viaggiavamo in auto, ma ti assicuro che gli inconvenienti non sono mancati. Quasi, quasi lo ripropongo per la prossima estate. Mi complimento per le descrizioni particolareggiate di luoghi, persone, paesaggi e teorie, sorvolo invece sui dettagli riguardanti le moto...alzo le mani... nonostante io sia una donna centauro, mi limito a portare l'oggetto incriminato a fare il tagliando quando si accende la spia gialla (oil change). Insomma io rimango in attesa di leggere anche un'opera seconda e poi una terza, e...wow, ho un amico scrittore!

Da ANTONELLA: ... sto leggendo e il racconto, pagina dopo pagina, mi sta intrigando... ma ti dirò solo alla fine delle emozioni e dei pensieri che mi ha suscitato... per ora viaggio, come trasportata, in sella alla tua moto....

Da MAURO: Ercole, con le sue 7 fatiche, era un dilettante al tuo confronto! Non saprei scegliere tra la moto spinta per chilometri a piedi e in salita o il traino con la catena avvolta intorno alla vita ....

Da VASCO: Nella prima parte, eri appena arrivato in Spagna, non ti nascondo che, vista l'andata, ero abbastanza preoccupato per il proseguo e del tuo ritorno a Roma. Ora sono a pagina 240! Per ora è un mixer tra un diario, un racconto ed un appassionante thriller! Ti saprò dire, anche se già mi sento di poterti fare sin da ora i complimenti.

Da PAOLO: La lettura procede, e purtroppo si avvicina la fine. Io sono combattuto fra la voglia di proseguire e quella di rallentare per prolungare il piacere. Per fortuna non ho molta scelta, devo necessariamente sfruttare i pochi momenti disponibili ed avanzare. Le prolungate soste sono obbligate dai pochi momenti di libertà! E' sempre un piacere leggere le tue riflessioni, una delle cose che mi hanno entusiasmato è rendermi conto che anche a te, come a me e come chissà a quanti altri, una volta infilato il casco a cavallo della Nostra, accade che il cervello stacchi alcune connessioni con il reale ed il presente per lanciarsi in un mondo parallelo di pensieri, riflessioni, analisi, commenti, fantasie, in buona parte indipendente dalla guida cosciente del pensiero e proprio per questo assai affascinanti.
E' questa una delle sensazioni più belle che si possano provare, a livello mentale, e ho difficoltà a condividerle e a farle comprendere a chi non sa esattamente di cosa sto parlando. Nelle tue parole invece è chiaramente esplicitato, ed io gongolo nell'immedesimarmi.
Quindi ti ringrazio molto, non mancherò di riportare altri commenti una volta arrivato a fine corsa.

Da OTTAVIO: Caro Massimo, ieri sera, tornando a casa ho trovato il tuo libro ed ho iniziato il viaggio!!!
A caldo, "dopo essere arrivato al passo del Bracco", posso dire di essere stato coinvolto emotivamente al punto da sentirmi in viaggio anche io, accompagnato dal rumore del motore,dalle vibrazioni delle manopole,dagli odori della strada.
Il libro, il tuo modo di scrivere, hanno una forte valenza evocativa, ed anche l'organizzazione dei vari capitoli è ben fatta.
Bene per le descrizioni tecniche appena accennate che non disturbano un "non esperto", ma danno sale a chi, appassionato, non considera la moto solo uno status symbol a cui fare solo i tagliandi.
Ti invierò i miei commenti più avanti. Intanto grazie per avermi invitato a fare questo viaggio nella memoria!   

Da MICHELE: Voglio ringraziarti per avermi "coinvolto"in questa tua impresa,mi è piaciuto molto. Mi hai fatto fare un bel tuffo nel passato,non solo per le moto,che è la mia grande passione,ma per il modo di vivere, l'arte del sapersi arrangiare con poco.................che belli gli anni 70 (io sono del 65).
Oggi io colleziono e corro con moto da cross di quegli anni, e mi sono riconosciuto molto nei protagonisti del libro, come diceva Uccio ho incominciato a vincere le gare d'epoca da quando uso le giapponesi, come Lorenzo possiedo molte moto di quell'epoca (tutte 125) e come te la voglia di un Gilera, l'ho soddisfatta trovando una Gilera 125 Replica Dario Nani cross,campione italiano nel 79.
Massimo sei una persona veramente in gamba, complimenti, salutami Remo e Lorenzo e avvisami al prossimo libro!

Da PAOLO: Ciao, Libro ricevuto e divorato in meno di 2 giorni !!
La parte in cui mi sono assolutamente immedesimato ed immerso in una sorta di "ricerca del tempo perduto" è stata certo la prima. Tutte le esperienze, pensieri e cazzate che riporti le ho fatte o le avrei fatte pari pari anche io !!.
La seconda parte (ovvero il viaggio rievocativo) rispecchia di più la tua ricerca introspettiva, per cui ha più il sapore di una narrazione, peraltro molto interessante. Alcuni spunti di ragionamento e considerazioni un po' amare le condivido pienamente anche io.

 

 


 

LA SACRIFICATA

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All'origine del viaggio del 1979 che ha ispirato il libro, ci fu il "sacrificio" della mia Laverda 125 LZ, venduta per fare cassa e finanziare tutto il progetto. Oggi, a distanza di 38 anni, ho ritrovato una 125 Lz del 1979. Come fosse a compensare la vendita dell'epoca, mi dedicherò a restaurare questa sorella quasi gemella; lo stato attuale è pessimo (come da foto) e quindi ci vorranno molte settimane, e per chi volesse curiosare sull'avanzamento dei lavori ogni tanto inserirò qualche scatto.

05 Febbraio 2017 - Telaio...Nudo, verniciato, brillante e bellissimo... Ora inizia la rivestizione

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A metà del ....viaggio.... ESCAPE='HTML'
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